La croce astile della prima sala è il pezzo più pregevole della collezione di oreficerie esposte in museo. Questo manufatto deriva dall’assemblaggio di due parti di epoca diversa: la croce è ascrivibile alla prima metà del Quattrocento, mentre il nodo è del 1499 come attesta l’iscrizione incisa sulla base “HOC OPVS / FECERUNT / FIERI / COMVNITAS / DE MANDELO / 1499”.
La croce rispecchia una tipologia particolarmente diffusa nel XV secolo in territorio lariano. Presenta bracci ornati da sferule che si intersecano al centro in una tabella ellittica e si raccordano in basso a un nodo a edicola. Sul lato frontale vi è la statuetta di Cristo sovrastato dal simbolo del pellicano e affiancato dai busti della Madonna e di San Giovanni. Alle estremità del braccio verticale compaiono i busti di due Santi sbalzati e sovrapposti alle lamine terminali polilobate. Sul retro si trovano invece il Pantocratore al centro e, agli estremi dei bracci, il Tetramorfo, ovvero il Leone di san Marco, il bue di san Luca, l’ aquila di san Giovanni e l’angelo di san Matteo. Di particolare interesse storico e iconografico è il nodo, contraddistinto da una struttura a edicola che accoglie i santi titolari di alcune tra le più antiche chiese del Mandellasco: Sant’Eufemia di Olcio, Sant’Abbondio di Somana, San Martino di Abbadia Lariana, San Giorgio di Mandello. Compare anche San Vittore che rimanda a una chiesa di Mandello oggi non più esistente.