Mandello | La casa dei disciplini

LA CASA DEI DISCIPLINI

La sede del Museo d’Arte Sacra di Mandello ha una storia molto antica. Con un atto rogato nel 1444 dal notaio Benedetto Trincavelli, il Comune di Mandello donava alla confraternita dei Disciplini una casa dotata di corte e orto, corrispondente alle prime due sale del museo. In particolare, nelle carte si dichiarava che la proprietà donata confinava a sud con la chiesa di San Lorenzo, a ovest con l’attuale sagrato e sugli altri due lati con il fossato della cinta muraria. Tale casa subì progressivamente una serie di modifiche conseguenti all’uso che ne fecero i confratelli. Le porzioni di fabbricato più recenti furono realizzate dopo il 1775, con l’occlusione definitiva dell’antico fossato e il conseguente recupero di nuovi terreni edificabili.
Nel XX secolo la struttura ampliata divenne residenza del vicario prendendo così il nome di “Casa del Vicario”. Risale all’inizio di questo secolo la decisione di destinare l’ex casa dei Disciplini a museo.

Mandello - La crocifissione di Cristo

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LA CROCIFISSIONE DI CRISTO

Caratterizza la prima sala del museo un affresco raffigurante la Crocifissione di Cristo tra la Madonna e san Giovanni. Realizzata tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento da un pittore probabilmente itinerante,  è  una significativa testimonianza della fioritura artistica lariana rinascimentale in area lariana. Cristo è affiancato sulla sinistra da Maria con il capo velato, lo sguardo rivolto verso il Figlio e le mani giunte. Sul lato opposto si trova san Giovanni evangelista, che abbassa il viso e congiunge le mani al petto, trattenendo i lembi del mantello solcato da pieghe larghe e pesanti. La composizione è schematica ed essenziale: la croce di Gesù funge da ideale asse di simmetria per le figure laterali, elevandosi sopra un dosso che racchiude il teschio simboleggiante il monte Calvario o Golgota. Un muro in laterizi occulta l’orizzonte, lasciando intravedere una colonna sulla sinistra, mentre in alto si distende il cielo azzurro. Una cornice inquadra la scena con una soluzione che induce a pensare che la nostra Crocifissione fungesse da pala per l’altare davanti al quale i Disciplini di santa Marta assolvevano alle loro pratiche liturgiche. Del resto, proprio davanti al corpo martoriato di Gesù in croce i confratelli erano soliti meditare sul sacrificio del Redentore e condividerne le sofferenze mediante l’autofustigazione.